La Libertà tra i Diritti e Doveri

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Libertà di Creare e Sognare

sabato 25 novembre 2023

Scoperto il segreto dei cristalli delle Dolomiti

@ - Riprodotti in laboratorio dopo due secoli di tentativi

Elisa Buson - Il tramonto sulla Marmolada (fonte: Dmitry A. Mottl, Wikipedia)

L' architetto francese Le Corbusier le ha definite come "l'opera architettonica più bella del mondo".

Per l'Unesco sono patrimonio dell'umanità.
Per i geologi, invece, le Dolomiti rappresentano da sempre un enigma scientifico di cui solo oggi si inizia a intravedere la soluzione. Dopo quasi due secoli di ricerche, infatti, è stato risolto il mistero della formazione dei cristalli di dolomite, il minerale di cui sono fatte.

La loro crescita è stata riprodotta per la prima volta in laboratorio attraverso un complesso meccanismo che scardina le attuali teorie sulla formazione dei cristalli e che potrebbe aprire una finestra inaspettata sulla storia geologica del nostro Pianeta. Il risultato, al quale la rivista Science dedica la copertina, è stato ottenuto dai ricercatori dell'Università del Michigan in collaborazione con l'Università di Hokkaido in Giappone.

"La dolomite viene spesso definita come il minerale che non dovrebbe esistere, semplicemente perché nessuno finora era riuscito a capire davvero come si forma a bassa temperatura: si tratta però di un paradosso tutto umano, perché la Natura sa esattamente come cristallizzare questo minerale che compone il 30% delle rocce sedimentarie carbonatiche del Pianeta, e le Dolomiti sono lì a dimostrarcelo", afferma Andrea Dini, ricercatore dell'Istituto di Geoscienze e Georisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Igg).

La dolomite, costituita da carbonato di calcio e magnesio, è molto abbondante nelle formazioni geologiche più antiche, mentre attualmente si forma solo in ambienti naturali con fluttuazioni di pH o salinità. "Come nel Golfo Persico - ricorda l'esperto - e in altre regioni dove si ha una forte evaporazione".

Di solito, i cristalli dei minerali si formano per precipitazione in soluzioni sovrasature (contenenti cioè un eccesso di sali). "E' un po' come quando mettiamo troppo sale nell'acqua che bolle: se togliamo la pentola dal fuoco e lasciamo raffreddare, vediamo che il sale non disciolto si deposita e cristallizza. La dolomite - spiega Dini - è l'unico minerale che non risponde a questa regola". Nei decenni sono stati fatti vari tentativi per riprodurre i suoi cristalli in laboratorio a temperature inferiori ai 60 gradi, ma si è ottenuto solo un accenno di precipitazione, senza una vera crescita dei cristalli.

Per superare l'impasse, i ricercatori guidati da Joonsoo Kim hanno cambiato strategia, provando a variare il livello di saturazione della soluzione. Attraverso simulazioni numeriche ed esperimenti al microscopio elettronico a trasmissione, hanno dimostrato che per promuovere la crescita dei cristalli di dolomite sono necessarie ripetute fluttuazioni nei valori di saturazione della soluzione da cui si formano. In pratica, passando ripetutamente da una soluzione sovrasatura a una sottosatura, si determina un meccanismo ciclico di cristallizzazione e dissoluzione che fa ingrandire i cristalli.

Questa scoperta apre nuovi interrogativi su come si verificano queste fluttuazioni nel mondo naturale su scale temporali geologiche e quali fattori influenzano il processo che può portare a formazioni grandiose come quelle delle Dolomiti. "Se riuscissimo a capire meglio la tempistica con cui avviene la cristallizzazione della dolomite - conclude Dini - potremmo perfino utilizzarla come cronometro per misurare il tempo geologico e capire meglio la storia della Terra".

lunedì 20 novembre 2023

Giulia Cecchettin, bordata di Paolo Crepet: "La colpa dei genitori"

@ - Paolo Crepet fa una profonda riflessione sul caso di Giulia Cecchettin, la ragazza di 22 anni uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta, rintracciato in Germania e arrestato.


Un giovane di buona famiglia, che studiava all'Università, il classico "bravo ragazzo" che però non accettava la fine della sua relazione. "I nostri ragazzi non sanno gestire la frustrazione. Si mollano con la ragazzina e vanno fuori di testa, senza proporzione", osserva lo psichiatra su Il Giornale.

"Ma questa è colpa dei genitori che non glielo hanno insegnato. O meglio, che non li hanno lasciati liberi nella vita di impararlo con le loro esperienze, correndo sempre a proteggerli”, ha detto lo psichiatra, sottolineando che “pretendiamo di proteggerli da tutto, non permettiamo che si creino gli anticorpi per affrontare sfide e delusioni. Da quando sono piccoli. Cascare dal cavallino a dondolo e farsi un po’ di male fa parte della vita. Noi, da idioti, che facciamo? Mettiamo la gomma piuma attorno al cavallino".

"Che senso ha eliminare i voti, le pagelle, le bocciature?", si chiede ancora Crepet. "Stiamo crescendo ragazzi che non sono più in grado di affrontare la sconfitta. Gli facciamo noi lo zaino, come se non fossero in grado. Del resto, parlo ovviamente in generale, sono i genitori i primi a voler essere eternamente giovani. E quindi è ovvio che i loro figli a loro volta non crescano".

Eppoi, prosegue lo psichiatra, "smettiamo di ragionare in base allo schemino dell’uomo assassino e della donna vittima. Non è così. C’è un film di Marco Ferreri del 1963 intitolato ‘Una storia moderna. L’ape regina’, parla di una donna che ha ridotto il marito a una specie di fuco. L’avevano capito pure i greci. Basta con l’idea del maschio fallocratico. Andiamo oltre".

giovedì 9 novembre 2023

"Sono schifata di quello che mi facevano fare". Così la squillo 15enne vendeva il suo corpo

@ - Cosa ha spinto due ragazzine a vendere il proprio corpo? Nella prima sezione penale del Tribunale di Roma ieri due ex 15enni hanno raccontato, tra sofferenza e conati di vomito, come riporta il Messaggero, la loro esperienza che risale a sette anni fa, un’esperienza che ha portato alla sbarra un fotografo, Massimiliano B., dopo la sentenza per le stesse accuse - prostituzione e pornografia minorile - di un amico ex militare e appassionato di fotografia, Stefano Grimaldi, che si è avvalso del rito abbreviato ed è stato condannato in primo grado a una pena di 7 anni.

"Sono schifata di quello che mi facevano fare". 
Così la squillo 15enne vendeva il suo corpo© Fornito da Il Giornale

Alle due giovani, oggi maggiorenni, la stampa ha attribuito i nomi di Rossella e Marilù. Rossella è stata ieri la prima a porgere la sua testimonianza, così come è stata la prima a finire nel gorgo della presunta prostituzione minorile sulla quale si cerca di giungere a una verità processuale.

Tutto, stando alle due testimonianze, sarebbe partito nel 2010 nello “Studio 10” di Torre Angela, dove Rossella si sarebbe recata col desiderio di diventare una modella. “Avevo appena 15 anni - ha raccontato Rossella, piangendo - l'ho fatto per guadagnare qualche soldo, ma poi con il tempo mi sono schifata di quello che mi avevano convinta a fare”. È stato infatti riportato che i due uomini avrebbero cercato di “realizzare un'esibizione pornografica, inducendo le vittime a compiere atti sessuali tra loro”, gettando addosso delle banconote. Soldi, sigarette e make up sarebbero stati ciò con cui le ragazzine sarebbero state pagate.

Seconda a sedersi sul banco dei testimoni Marilù, che ha confessato: “Con l'ingenuità di una 15enne, ho seguito la mia migliore amica, con la quale avevo una relazione simbiotica, come è tipico di quell’età. Mi sentivo al sicuro proprio perché c'era lei e facevo con lei quelle cose. Sicuramente la parte economica ha avuto il suo peso. Vedevo che la mia amica aveva sempre la disponibilità di tanti soldi. Magari erano cento euro, ma visti con gli occhi di una quindicenne mi sembravano tanti. Più che per fare esperienza, l'ho fatto per quella che all'epoca ritenevo fosse una sfida”.

Marilù ha inoltre puntato il dito sull’imputato Massimiliano B., affermando che sarebbe stato al corrente della sua minore età: “Perché nel tragitto mentre mi accompagnava in macchina ha fatto riferimento all'età mia e della mia amica, in relazione alla pericolosità della situazione. Non mi ha detto esplicitamente di non dirlo a nessuno, ma mi ha invitato a prestare attenzione a questa vicenda, proprio perché eravamo minorenni”. La denuncia è stata presentata dal proprietario di una palestra in zona Ardeatina. Rossella era andata da lui per chiedergli di insegnarle le arti marziali, in particolare qualche mossa “idonea a uccidere un uomo”, confidandosi poi sul perché dell’insolita richiesta.

mercoledì 8 novembre 2023

Il Consiglio dei Giovani del Mediterraneo per costruire la pace

@ - “Quando scoppia una guerra è come se s’interrompesse un discorso, un cammino. A Rondine è il discorso che affronta il conflitto, è il cammino che guarda la pace". I giovani di ‘Rondine-Cittadella della Pace’ sperimentano un nuovo cammino per trovare la pace, come hanno raccontato nel Consiglio dei Giovani del Mediterraneo, riunitosi nella prima metà del mese di ottobre: “Crediamo nella pace e nel dialogo e, come Consiglio, desideriamo la loro promozione. Condanniamo fermamente qualsiasi uso della violenza, inadatta a risolvere i conflitti e generatrice solo di odio. Mai nessuna guerra ha posto fine ad altre guerre. La guerra e le uccisioni da entrambe le parti, che gravano peraltro sui civili, sui più deboli, sui bambini, sugli indifesi, non risolveranno mai il problema storico, fratricida, della regione di Abramo”.

Rondine Cittadella della Pace
Il 13 luglio scorso si è insediato ufficialmente a Firenze il Consiglio dei Giovani del Mediterraneo, un progetto che, per volontà della CEI, è condotto da quattro realtà, scelte in virtù della rete di relazioni internazionali che ciascuna di esse ha maturato nel tempo e dell’azione educativa interculturale svolta, con riferimento ai principi ideali di Giorgio La Pira e alla sua visione del Mediterraneo: la Fondazione ‘Giorgio La Pira’, la Fondazione ‘Giovanni Paolo II’, il Centro Internazionale Studenti ‘Giorgio La Pira’ e l’Opera per la gioventù ‘Giorgio La Pira’.

Ruzica Markovic è la voce di ‘Rondine – Cittadella della Pace’ al Consiglio dei giovani del Mediterraneo , che tra gli ambiti di intervento della progettazione dei giovani di ‘Rondine – Cittadella della Pace’ ha illustrato la promozione della comprensione reciproca in zone di convivenza tra etnie diverse, l’attenzione verso le disuguaglianze sociali, il dialogo interreligioso ed il coinvolgimento dei giovani.

A lei abbiamo chiesto di spiegarci cosa è il Consiglio dei giovani del Mediterraneo: “Il Consiglio dei giovani del Mediterraneo ha origine durante il Convegno dei vescovi svoltosi a Firenze nel febbraio 2022. Quest’iniziativa ha coinvolto 35 giovani provenienti dai 18 diversi Paesi che si affacciano sul ‘Mare Nostrum’, tra cui Italia, Francia, Spagna, Slovenia, Croazia, Albania, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Grecia, Cipro, Malta, Turchia, Iraq, Siria, Libano, Palestina, Egitto, Algeria e Tunisia. Questi giovani rappresentavano le rispettive Conferenze episcopali o Sinodi delle Chiese orientali cattoliche, e le loro età variavano tra i 18 e i 28 anni. L’obiettivo principale di questa organizzazione è promuovere il dialogo interculturale, la cooperazione e lo sviluppo sostenibile nella regione mediterranea”.

Attraverso quali progetti è possibile costruire la pace?
Nel Mediterraneo vari progetti e iniziative possono contribuire a costruire la pace e promuovere la stabilità nella regione. Uno dei modi sono gli scambi culturali e i programmi educativi interculturali. Ad esempio, il progetto ‘Mediterraneo frontiera di pace, educazione e riconciliazione’, di cui ho fatto parte, realizzato in Italia da ‘Rondine Cittadella della Pace’: si tratta di un percorso di alta formazione rivolto a giovani provenienti da Paesi del Mediterraneo, caratterizzato da situazioni di conflitto sulle tensioni politico-sociali. Nella fase iniziale, il progetto fornisce ai partecipanti strumenti metodologici, sia generali che operativi, ai fini dell’educazione, nel processo di apprendimento in rapida trasformazione secondo i principi del Metodo di Rondine.

Nell’ambito del programma sono comprese anche l’ideazione e la realizzazione di progetti ad alto impatto sociale: ad esempio progetti per risolvere le ferite del passato e promuovere la riconciliazione tra comunità divise da conflitti possono favorire una pace duratura. Penso che questo sia un buon esempio e un’idea di come lavorare per costruire la pace, e credo che lo stesso Consiglio, che comprende l’intero Mediterraneo, abbia già fatto un passo verso la costruzione della pace e la volontà di dialogo interreligioso. Organizzare scambi culturali e iniziative di formazione per giovani di diversi paesi del Mediterraneo può favorire la comprensione reciproca, abbattere stereotipi e pregiudizi e rafforzare i legami di amicizia tra i popoli”.

In quale modo il dialogo tra i popoli del Mediterraneo può iniziare dai giovani?
Uno dei modi in cui i giovani possono lavorare al dialogo è proprio la formazione di questo Consiglio, perché la stessa formazione del Consiglio dei giovani che provengono da tutta la regione del Mediterraneo comporta uno scambio culturale. Durante la settimana che i delegati hanno trascorso insieme, hanno avuto l’opportunità di entrare in contatto con tradizioni, lingue, stili di vita e punti di vista diversi. Questi scambi incoraggiano la comprensione reciproca e la scoperta di somiglianze e differenze tra culture diverse.

Una parte importante di questa introduzione è la cooperazione e la promozione di progetti comuni. Alcuni dei temi che abbiamo avuto modo di discutere sono la fede, la comunità, il dialogo, l’accoglienza e l’impegno civico. Questo tipo di discussione consente ai giovani di lavorare insieme verso un obiettivo comune, favorendo un senso di appartenenza alla più ampia comunità mediterranea”.