La Libertà tra i Diritti e Doveri

La Libertà tra i Diritti e Doveri
Libertà di Creare e Sognare

lunedì 25 agosto 2025

La cannabis può danneggiare la mente più di quanto pensiate

 @ Negli ultimi vent’anni, la cannabis ha visto un aumento drastico della propria potenza, con concentrazioni di THC oggi cinque volte superiori rispetto agli anni 2000. In Canada, il livello medio di THC nella cannabis essiccata legale è passato dal 4% al 20%, un incremento che i ricercatori dell’Università di Ottawa associano direttamente alla crescita dei casi di psicosi e schizofrenia.

Questa trasformazione sta modificando in profondità l’approccio medico ai disturbi psichiatrici legati al consumo.

I numeri che preoccupano: rischio moltiplicato fino a 241 volte
Uno studio condotto su 9,8 milioni di residenti dell’Ontario ha rivelato dati allarmanti: chi si presenta al pronto soccorso per problemi correlati alla cannabis ha un rischio 14,3 volte maggiore di sviluppare schizofrenia. Per chi vive episodi di psicosi indotta da cannabis, la probabilità sale a 241,6 volte rispetto alla popolazione generale. Secondo il dottor Nicholas Fabiano, il quintuplicarsi del contenuto di THC è con ogni probabilità il principale responsabile del rafforzamento di questo legame.
I più vulnerabili sono i giovani maschi che consumano cannabis ad alta potenza (oltre il 10% di THC) con regolarità. L’età giovanile, associata a un uso frequente e intenso, aumenta drasticamente il rischio di sviluppare psicosi, soprattutto in presenza di precedenti disturbi mentali come ansia o depressione.

Dal primo episodio psicotico alla malattia cronica
La psicosi indotta da cannabis è spesso un preludio a disturbi più gravi dello spettro schizofrenico. Continuare a consumare la sostanza dopo un primo episodio aumenta la probabilità di ricadute e cronicizzazione. Molti utenti, non riconoscendo subito il legame tra sintomi e consumo, ritardano l’avvio di cure, aggravando la prognosi.

Il trattamento efficace richiede la sospensione totale del consumo e, nei casi più gravi, il ricorso a farmaci antipsicotici. La cessazione è imprescindibile: continuare a usare cannabis vanifica ogni tentativo di stabilizzazione. Tecniche come il colloquio motivazionale e la terapia cognitivo-comportamentale possono aiutare i pazienti a sviluppare strategie per resistere alla dipendenza e seguire il percorso terapeutico, aumentando le possibilità di recupero a lungo termine.

Nessun commento:

Posta un commento