@ - “Quando scoppia una guerra è come se s’interrompesse un discorso, un cammino. A Rondine è il discorso che affronta il conflitto, è il cammino che guarda la pace". I giovani di ‘Rondine-Cittadella della Pace’ sperimentano un nuovo cammino per trovare la pace, come hanno raccontato nel Consiglio dei Giovani del Mediterraneo, riunitosi nella prima metà del mese di ottobre: “Crediamo nella pace e nel dialogo e, come Consiglio, desideriamo la loro promozione. Condanniamo fermamente qualsiasi uso della violenza, inadatta a risolvere i conflitti e generatrice solo di odio. Mai nessuna guerra ha posto fine ad altre guerre. La guerra e le uccisioni da entrambe le parti, che gravano peraltro sui civili, sui più deboli, sui bambini, sugli indifesi, non risolveranno mai il problema storico, fratricida, della regione di Abramo”.
Rondine Cittadella della Pace
Il 13 luglio scorso si è insediato ufficialmente a Firenze il Consiglio dei Giovani del Mediterraneo, un progetto che, per volontà della CEI, è condotto da quattro realtà, scelte in virtù della rete di relazioni internazionali che ciascuna di esse ha maturato nel tempo e dell’azione educativa interculturale svolta, con riferimento ai principi ideali di Giorgio La Pira e alla sua visione del Mediterraneo: la Fondazione ‘Giorgio La Pira’, la Fondazione ‘Giovanni Paolo II’, il Centro Internazionale Studenti ‘Giorgio La Pira’ e l’Opera per la gioventù ‘Giorgio La Pira’.
Ruzica Markovic è la voce di ‘Rondine – Cittadella della Pace’ al Consiglio dei giovani del Mediterraneo , che tra gli ambiti di intervento della progettazione dei giovani di ‘Rondine – Cittadella della Pace’ ha illustrato la promozione della comprensione reciproca in zone di convivenza tra etnie diverse, l’attenzione verso le disuguaglianze sociali, il dialogo interreligioso ed il coinvolgimento dei giovani.
A lei abbiamo chiesto di spiegarci cosa è il Consiglio dei giovani del Mediterraneo: “Il Consiglio dei giovani del Mediterraneo ha origine durante il Convegno dei vescovi svoltosi a Firenze nel febbraio 2022. Quest’iniziativa ha coinvolto 35 giovani provenienti dai 18 diversi Paesi che si affacciano sul ‘Mare Nostrum’, tra cui Italia, Francia, Spagna, Slovenia, Croazia, Albania, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Grecia, Cipro, Malta, Turchia, Iraq, Siria, Libano, Palestina, Egitto, Algeria e Tunisia. Questi giovani rappresentavano le rispettive Conferenze episcopali o Sinodi delle Chiese orientali cattoliche, e le loro età variavano tra i 18 e i 28 anni. L’obiettivo principale di questa organizzazione è promuovere il dialogo interculturale, la cooperazione e lo sviluppo sostenibile nella regione mediterranea”.
Attraverso quali progetti è possibile costruire la pace?
“Nel Mediterraneo vari progetti e iniziative possono contribuire a costruire la pace e promuovere la stabilità nella regione. Uno dei modi sono gli scambi culturali e i programmi educativi interculturali. Ad esempio, il progetto ‘Mediterraneo frontiera di pace, educazione e riconciliazione’, di cui ho fatto parte, realizzato in Italia da ‘Rondine Cittadella della Pace’: si tratta di un percorso di alta formazione rivolto a giovani provenienti da Paesi del Mediterraneo, caratterizzato da situazioni di conflitto sulle tensioni politico-sociali. Nella fase iniziale, il progetto fornisce ai partecipanti strumenti metodologici, sia generali che operativi, ai fini dell’educazione, nel processo di apprendimento in rapida trasformazione secondo i principi del Metodo di Rondine.
Nell’ambito del programma sono comprese anche l’ideazione e la realizzazione di progetti ad alto impatto sociale: ad esempio progetti per risolvere le ferite del passato e promuovere la riconciliazione tra comunità divise da conflitti possono favorire una pace duratura. Penso che questo sia un buon esempio e un’idea di come lavorare per costruire la pace, e credo che lo stesso Consiglio, che comprende l’intero Mediterraneo, abbia già fatto un passo verso la costruzione della pace e la volontà di dialogo interreligioso. Organizzare scambi culturali e iniziative di formazione per giovani di diversi paesi del Mediterraneo può favorire la comprensione reciproca, abbattere stereotipi e pregiudizi e rafforzare i legami di amicizia tra i popoli”.
In quale modo il dialogo tra i popoli del Mediterraneo può iniziare dai giovani?
Uno dei modi in cui i giovani possono lavorare al dialogo è proprio la formazione di questo Consiglio, perché la stessa formazione del Consiglio dei giovani che provengono da tutta la regione del Mediterraneo comporta uno scambio culturale. Durante la settimana che i delegati hanno trascorso insieme, hanno avuto l’opportunità di entrare in contatto con tradizioni, lingue, stili di vita e punti di vista diversi. Questi scambi incoraggiano la comprensione reciproca e la scoperta di somiglianze e differenze tra culture diverse.
Una parte importante di questa introduzione è la cooperazione e la promozione di progetti comuni. Alcuni dei temi che abbiamo avuto modo di discutere sono la fede, la comunità, il dialogo, l’accoglienza e l’impegno civico. Questo tipo di discussione consente ai giovani di lavorare insieme verso un obiettivo comune, favorendo un senso di appartenenza alla più ampia comunità mediterranea”.
Nessun commento:
Posta un commento